Mario e l'orto di Mirasole: quando a germogliare è la solidarietà

Mario e l'orto di Mirasole: quando a germogliare è la solidarietà

Ho fatto tante cose nella mia vita, ho conosciuto tante persone, ho vissuto ovunque e da nessuna parte. Ma tra tutte, una cosa che ho sempre amato fare è prendermi cura della terra e di ciò che da lei germoglia e cresce. E questo fin da piccolo, quando camminavo in campagna con mio padre: già sapevo riconoscere tutti gli alberi che incontravamo. Nella natura ci sono cresciuto. Giù in Calabria, da dove vengo io, avevamo vigneti e uliveti e l’orto era indispensabile”.


Lo racconta Mario, 75 anni, sguardo intenso, occhi attenti e veloci. 

Mario è tra le prime persone ad essere arrivate a Mirasole grazie ai progetti di reinserimento sociale, ma soprattutto è la persona che da più tempo e con più passione si prende cura dell'orto e di tutti noi.


A 16 anni sono venuto su a Milano e una delle prime cose che ho fatto è stato cercare un luogo in cui potessi continuare a coltivare l’orto. Così sono andato nel pavese. Pensa che quando mi sono trasferito in Spagna prima ancora di comprare la casa avevo comprato il terreno da coltivare” continua lui scuotendo la testa divertito.


– L’orto non è un lavoro, è un riposo per il corpo e per la mente

Da subito Mario si è preso cura dell’orto e del frutteto lavorandoci giorno dopo giorno con amore e pazienza riqualificandolo e migliorandolo. 

All’inizio era una boscaglia, poi col tempo ho iniziato a sistemare tutto. Qui in Abbazia mancava il colore, c’erano pochi fiori. Ma il colore è importante, il colore è vita


– Quando sembra non ci sia niente da fare, è proprio allora che bisogna lavorare il doppio

“Siamo nel periodo cruciale ora, sai? Perché non è che con l’inverno non si lavora più, autunno e inverno sono stagioni importanti per preparare la semina della primavera. È quando sembra che non ci sia niente da fare che bisogna lavorare di più. La bellezza dell'inverno è che sotto la neve, sotto il ghiaccio, c'è la vita che si fa strada”.


– La solidarietà circolare: l’orto per la comunità

"A volte me lo chiedono i visitatori: signor Mario ma si possono comprare i prodotti? Eh no, rispondo io, non scherziamo! Quello che cresce qui va tutto a chi ha più bisogno!"

Sì perché i prodotti coltivati da Mario nel nostro orto sono solidali in ogni loro aspetto: una volta raccolti, Croce Rossa – Comitato dell’Area Sud Milano li distribuisce alle famiglie fragili del territorio. Mario si prende cura dell'orto e si prende cura delle persone con costanza e tanta pazienza. 


– Marzo pazzerello...

E ora che è marzo? "A marzo - ci spiega Mario - si prepara per bene il terreno per le semine primaverili, si semina il sovescio*, quello è importantissimo! E poi bisogna togliere tutte le piante infestanti: lo so che è un lavoraccio e ti spezza la schiena, ma se non ti metti di impegno è tutto inutile poi".


– Qualche consiglio magico!

Infine qualche consiglio magico per piantare in semenzaio: a marzo, con luna crescente si possono piantare angurie e meloni, cetrioli, peperoni e peperoncini, porri, cavoli, melanzane, pomodori e zucchine. A marzo iniziamo a prenderci cura di ciò che raccoglieremo poi d'estate con il caldo



*Il sovescio è una pratica agronomica che consiste nell'interramento di apposite culture allo scopo di mantenere o aumentare la fertilità del terreno.

N.D.A: il progetto Orto Solidale si inserisce in Terre delle Abbazie, un progetto di agricoltura sociale sostenuto da Fondazione Cariplo.