Andrea, 40 anni e una vita in costruzione
Andrea ha 40 anni, la passione per la panificazione e una vita scomposta da riprendere in mano, pezzettino per pezzettino, e ricostruire.
Quando è arrivato a Mirasole, un anno fa, era la prima opportunità di vita "fuori dalle mura" che gli veniva data dopo tanti anni. Le mura ovviamente sono quelle del carcere e Andrea fa parte del progetto di reinserimento socio lavorativo che Mirasole realizza da ormai tanti anni in collaborazione con il Ministero di Grazia e Giustizia, un progetto volto a fare da ponte tra il mondo al di qua e al di là delle mura dando gli strumenti, a chi è in uscita, per reinserirsi nella comunità senza inciampare di nuovo nell'errore.
Favorire un percorso di crescita personale, riflessione e di preparazione al rientro nella società era anche l'obiettivo del laboratorio "Verso la responsabilità" realizzato nell'ambito del progetto Di Nuovo Cittadini finanziato da Fondo Di Beneficenza San Paolo. I partecipanti, dopo aver studiato la Costituzione e i diritti e i doveri del cittadino italiano, hanno fatto una riflessione su loro stessi, su com'erano e come sono diventati.
Tra loro c'era anche Andrea, che dopo aver lavorato nel laboratorio di panificazione dentro le mura, ha ripreso i contatti con il mondo "al di fuori" lavorando nella brigata dello Chef Jayson, dal quale ha imparato l'arte della cucina ma soprattutto, ci racconta, della pazienza. Dopo più di un anno insieme per Andrea è arrivato il momento di continuare il suo viaggio altrove: è stato infatti assunto in un panificio, dove potrà fare il lavoro dei suoi sogni!
Prima di salutarci, Andrea ci ha lasciato le riflessioni nate al termine del laboratorio di responsabilità civica.
L'intervista
Come ti chiami?
Mi chiamo Andrea e ho 40 anni
Hai lavorato a Mirasole un anno, di cosa ti sei occupato?
Ho lavorato nel gruppo della cucina insieme allo Chef Jayson, a me piace fare il pane ma con lui ho imparato anche a cucinare altro...è stato bello fare parte di una squadra per la prima volta, sentirmi accolto e apprezzato per il mio lavoro.
Hai seguito il corso "Verso la responsabilità", cosa ti ha lasciato?
Ho seguito il corso in Abbazia, il professore era un giornalista, è stato molto bravo a spiegare. Mi ha aiutato a capire i diritti e i doveri di un cittadino nei confronti del Paese in cui viviamo, le leggi, cosa è giusto e cosa è sbagliato. L'ho fatto dopo aver seguito un lungo percorso con gli educatori del carcere con i quali ho capito dove e perché ho sbagliato ma soprattutto che è meglio chiedere aiuto prima di sbagliare.
Lavoravi quando eri "dentro le mura"? Di cosa ti occupavi?
Quando ero dentro le mura lavoravo in panetteria e lavoravo di notte, lì mi hanno insegnato la panificazione e mi sono innamorato di questo lavoro. Del pane ti devi prendere cura con attenzione, devi cogliere ogni minimo segnale della pasta, basta un gesto di troppo per farla impazzire, è delicata...bisogna averne cura come delle persone.
Che differenza hai sentito tra il lavorare dentro e fuori le mura?
La differenza non è stata tanto nel lavoro quanto nelle persone con cui entri in contatto. Nel mondo fuori ci sono tantissime persone e spesso entri in contatto con tutti insieme, tutti ti parlano ed è molto caotico.
Come ti ha cambiato l'esperienza dentro le mura?
Mi ha cambiato in meglio, ora prima di fare una cosa ci penso più volte e cerco di capire se è giusto o sbagliato. Prima ero più impulsivo, più rissoso.
Come giudichi il te del passato?
Il me del passato è indescrivibile, il me del presente è una persona adulta e responsabile.
Come ti vedi tra qualche anno?
Non so ancora dire come mi vedo tra qualche anno, so che sto seguendo un percorso che voglio portare a termine, voglio imparare a conoscermi di nuovo, voglio essere una persona migliore.
Vuoi dare un consiglio a chi leggerà la tua intervista?
Non credo di essere in grado di dare consigli, non ne sento ancora il diritto. Però se posso dire una cosa, dico questo: non perdetevi in stupidate, chiedete aiuto se ne avete bisogno, fidatevi e affidatevi a professionisti, non fate di testa vostra perché quando siete in crisi non ragionate.
Grazie, Andrea!
Caro Andrea, hai fatto un percorso intenso e hai lavorato tanto su te stesso. Inizi un nuovo viaggio, noi saremo qui pronti ad accoglierti quando avrai dubbi, quando avrai bisogno di aiuto, quando vorrai condividere belle notizie. A presto!